Parole vecchie, parole nuove
Mercoledì V Settimana di Pasqua
At 15,1-6 Sal 121 Gv 15, 1-8
I giudei che si erano convertiti al cristianesimo, ascoltiamo dal libro degli Atti, insistono sulla necessità di circoncidere i pagani come condizione per ammetterli nella comunità. Ciò provoca scontri e incomprensioni. I giudei e i farisei credono sinceramente alla parola di Gesù. Eppure…che fatica liberarsi del passato, della vecchia mentalità che inquadra persone, eventi, situazioni negli schemi soliti, legati alla loro tradizione. Non capita forse anche a noi? Forse sperimentiamo la fatica di assumere sugli altri e sulla vita, lo sguardo nuovo del vangelo, una disposizione di libertà, di verità, di benevolenza, quello sguardo che avrebbe Gesù. E, quasi senza che ci accorgiamo, partono in automatico ragionamenti e considerazioni a cui siamo abituati da sempre. Questo appesantisce il cammino, gli sottrae energie preziose, portandoci spesso fuori strada. “Siete puri per la parola che vi ho annunciato”, dice Gesù. C’è una parola nuova, che purifica e libera il cuore, lo sguardo sui fatti della vita e sugli altri. Oggi l’accoglieremo?
Signore, se rimaniamo fedeli alla tua parola, conosceremo la verità e la verità ci farà liberi.
Dal Libro delle Cronache di Angelo Clareno [FF 2125]
Gesù Cristo disse a Francesco: «Io chiesi al Padre mio che in quest’ultima ora mi desse un popolo poverello, umile, mite e mansueto, in tutto simile a me nella povertà e umiltà, contento solo di me; che io potessi dimorare e riposare in esso, come dimora e riposa in me il Padre mio, ed esso riposasse e rimanesse in me, come io rimango nel Padre e riposo nel suo Spirito. Il Padre mio mi ha dato te e quanti per mezzo tuo aderiranno a me con tutto il cuore, con fede non falsa e carità perfetta. Io li guiderò e li pascerò; saranno figli per me, e io sarò per loro un padre».
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