É il Signore
Venerdì fra l’Ottava di Pasqua
At 4,1-12 Sal 117 Gv 21,1-14
Davanti alla paura e alla delusione per la mancanza del Maestro, i discepoli tornano al loro vecchio lavoro. Allora il Signore appare per far ricordare l’origine della loro vocazione, l’origine dell’incontro che per ha permesso loro di cambiare vita, di godere della Sua presenza, della gioia piena e della verità . Il Signore ci tira fuori dalla mondanità per averci con se , ma facciamo presto ad attaccarci a ciò che e stato e che sapevamo fare. Quante volte torniamo alla vecchia vita di sempre, anche
nelle piccole cose, perché speravamo … ma poi proviamo tristezza. La gioia invece e un dono sempre nuovo che ha il gusto del futuro, frutto della speranza che ci spinge a cercare e a buttarci per andare incontro a Gesù! Questa e la Pasqua del Signore, la vita nuova della pesca abbondante e del cibo per la vita eterna, già qui sulla terra, perché Lui “É il Signore”.
Grazie Signore, Tu mai ti stanchi di mostrarti, perché la nostra gioia sia piena! Solo nel Tuo nome siamo salvati.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 71]
L’uomo di Dio Francesco sapeva ricercare non il proprio interesse, ma soprattutto quanto vedeva necessario alla salvezza del prossimo, e sopra ogni altra cosa desiderava di essere liberato dal corpo e stare con Cristo. Per questo il suo maggior impegno era di tenersi lontano dalle sollecitudini terrene, così che neppure per un istante, al contatto con la polvere mondana, fosse turbata la serenità della sua anima. Si rendeva insensibile a tutti i clamori esterni e, custodendo con tutto l’impegno i suoi sensi esteriori e dominando ogni movimento dell’anima, viveva assorto nel solo Signore.
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