DOMENICA DI PASQUA E DELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE – Anno A
Giovanni 20,1-9
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario, che era stato sul suo capo, non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Riflessione biblica
A Roma, dove abito, tanta gente va a correre di domenica mattina. Le maratone, le mezze maratone, tutto di Domenica mattina. Da qualche tempo penso che non sia una cosa talmente fuori di testa, correre la Domenica mattina. Infatti, il vangelo di oggi ci racconta un allenamento di fondo che fanno Pietro e il Discepolo amato. La corsa, in buona compagnia, è salutare. Ma quella di Pietro e il Discepolo amato lo è in modo speciale: alla meta c’è un premio. Quale? Il sepolcro. Lo so, di solito le gente che finisce la maratona, riceve una medaglia. Qui abbiamo invece il sepolcro. Forse Pietro ha preso il sudario di Gesù e gli altri teli? Bel premio per la corsa, no? Provo a immaginare i volontari della Maratona di Roma che consegnano ad ogni finisher le lenzuola, i teli, i sudari. Ma non è l’unico premio che ricevono Pietro e il Discepolo amato. Un altro premio, ancora più importante, è la conferma della fede, la comprensione della Scrittura che prima annunziava la risurrezione. Che bello correre, correre insieme, correre
e scoprire che c’è la risurrezione!
Riflessione francescana
«Si può dire che una corsa sia stupida? Sì! Dipende a cosa si corre dietro. San Massimiliano M. Kolbe nota: “Da questo mondo non si potrà prendere nulla, assolutamente nulla, da portare nell’aldilà. Quale stupidità, dunque, correre dietro a quello che passa, cercare una felicità momentanea, che svanisce presto, a spese dell’eternità!”» (San Massimiliano M. Kolbe, SK 1103).
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