Sempre, e senza stancarci
Venerdì III Settimana di Quaresima
Os 14,2-10 Sal 80 Mc 12, 28-34
Gesù elogia lo scriba per come entra in dialogo con Lui, dicendogli di non essere troppo lontano dal Regno dei cieli. Ma cosa ha detto di giusto lo scriba? Semplicemente ha confermato le parole di Gesù sostenendo la priorità del comandamento dell’Amore. E ha aggiunto che questo comandamento vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici. Questa aggiunta dev’essere piaciuta a Gesù! Il Regno di Dio non è questione di fare un sacrificio, ma piuttosto di farsi sacrificio. L’amore è donarsi, è dare tutto. A volte è difficile capire dove è l’amore, come amare. Tre sono le cose che ci formano all’amare, e magari senza accorgercene, per non vantarcene: pregare incessantemente, perdonare sempre e non stancarci di servire. Questo diviene sacrificio, santo, quando la speranza e la gioia sono oltre ciò che vediamo, quando ciò che viviamo e facciamo è per Dio solo.
Signore Gesù, guariscici dalle nostre infedeltà che ci impediscono di amare.
Dalla terza lettera di S. Chiara ad Agnese di Praga [FF 2892]
È ormai chiaro che l’anima dell’uomo fedele, che è la più degna di tutte le creature, è resa dalla grazia di Dio più grande del cielo. Mentre, infatti, i cieli con tutte le altre cose create non possono contenere il Creatore, l’anima fedele invece, ed essa sola, è sua dimora e soggiorno, e ciò soltanto a motivo della carità, di cui gli empi sono privi. È la stessa Verità che lo afferma: «Colui che mi ama, sarà amato dal Padre mio, e io pure lo amerò; e noi verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora».
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