Come il Padre
Lunedì II Settimana di Quaresima
Dn 9,4b-10 Sal 79 Lc 6,36-38
Gesù, il Figlio amato, ci chiama a essere come Lui, figli del Padre, misericordiosi come il Padre nostro. E ci dà due strade concrete: perdonare e dare. Perdonare non significa giustificare il peccato, né assolvere per mancanza di prove.
Perdonare è continuare a vedere l’altro come un fratello e riprendere la relazione sempre da lì, proprio come il Padre che ci guarda sempre come figli. Possiamo perdonare non perché siamo capaci di un amore infinito, ma perché siamo sempre perdonati dal Padre. Solo in forza dell’amore che ricevo posso perdonare, e quindi solo nella misura in cui riconosco che anche io ho sempre bisogno di essere perdonato posso usare misericordia con l’altro.
E proprio perché nella misura in cui riceviamo da Dio possiamo dare ai fratelli, così nella misura in cui diamo riceveremo da Dio. Sostiamo alla presenza del Signore, riconosciamo davanti a Lui la “misura buona, pigiata, colma e traboccante”, rendiamo grazie. E con questa misura fissa nel cuore andiamo incontro ai fratelli.
Tu, Signore, hai parole di vita eterna, vita piena, vita donata.
Dalla Lettera a un ministro [FF 235]
in questo voglio conoscere se tu ami il Signore e ami me servo suo e tuo, se farai questo, e cioè: che non ci sia mai alcun frate al mondo, che abbia peccato quanto poteva peccare, il quale, dopo aver visto i tuoi occhi, se ne torni via senza il tuo perdono misericordioso, se egli lo chiede; e se non chiedesse misericordia, chiedi tu a lui se vuole misericordia. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attirarlo al Signore.
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