Da dove?
Mercoledì IV Settimana del Tempo ordinario
Eb 12,4-7.11-15 Sal 102 Mc 6,1-6
La gente di Nazareth fa fatica a credere che, nella vita semplice e normale di Gesù, sia presente la gloria di Dio. Non è “il falegname, il figlio di Maria”? Non cammina nelle strade di Nazareth, lavorando, parlando, vivendo come tutti? Forse è più facile credere ad un Messia potente, straordinario, solenne. Perché rimarrebbe distante, relegato nella sua sacralità irraggiungibile. Certo un Dio distante scomoda meno la normale quotidianità, non coinvolge la concretezza delle scelte, relazioni, parole, atteggiamenti. Ma Gesù, il Figlio di Dio che si fa carne, ci attende proprio nella nostra realtà, nell’umanità semplice delle situazioni ordinarie, quelle che si ripetono ogni giorno, a volte nascoste, banali o impreviste. Il Signore vuole incontrare, redimere, trasformare, ricolmare di amore, la nostra umanità e quella dei nostri fratelli. Proprio nella nostra fragile carne, infatti, siamo figli amati, chiamati ad amare e a donarci per amore. Proprio in questo – dice la lettera agli Ebrei – troviamo la nostra pace e la nostra santificazione.
Signore Tu sei tenero con i tuoi figli,
perché sai bene di che siamo plasmati,
ricordi che noi siamo polvere.
Ma il tuo amore è da sempre! (Sal 102)
Dalla Lettera a tutto l’Ordine [FF 221]
Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, è presente Cristo, il Figlio del Dio vivo. O ammirabile altezza e stupenda degnazione! O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, si umili a tal punto da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto poca apparenza di pane! Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, e aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi, perché siate da lui esaltati. Guardate, fratelli, l’umiltà di Dio, e aprite davanti a lui i vostri cuori; umiliatevi anche voi davanti a lui, perché siate da lui esaltati.
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