Arco sulle nubi
Giovedì VI Settimana del Tempo Ordinario
Gen 9,1-13 Sal 101 Mc 8,27-33
Nella Genesi Dio mostra a Noè un’immagine che è per tutti gli uomini, un segno di benevolenza e fedeltà che si stende sopra i mali, le infedeltà, le ostinazioni umane: pone tra Lui e gli uomini il suo arco sulle nubi. Anche la domanda che Gesù pone ai discepoli è un lungo arco teso tra noi e lui, una frase piena di affetto e confidenza, che ci raggiunge dopo duemila anni, come una domanda importante, decisiva per la nostra vita. “Voi cosa dite di me?” Il Maestro stende questo arco sopra le evidenti resistenze dei discepoli al dolore, alla durezza della croce, alla fatica di capire… Pietro risponde con la forza dello Spirito. Lo fa non con una teoria, ma come un’esperienza vissuta, consapevole di tutte le sue resistenze. È proprio in queste resistenze che la fede è maggiormente messa alla prova. Quante volte, nella fatica, chiediamo noi al Signore: chi sei? dove sei? Il vangelo ci ricorda che solo in una vita da discepolo questa domanda seria, ricevuta e posta, può ricevere un’intuizione.
“Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome. Ho cercato il Signore: mi ha risposto e da ogni mia paura mi ha liberato”.
Dai Fioretti [FF 1915]
Chi se’ tu, o dolcissimo Iddio mio? […] Chi se’ tu, Signore d’infinita bontà e sapienza e potenza, che degni di visitare me che sono un vile vermine e abbominevole?
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