“Vieni qui in mezzo”
Mercoledì II Settimana del Tempo ordinario
Eb 7,1-3.15-17 Sal 109 Mc 3,1-6
Nella sinagoga, porre “in mezzo” il rotolo della Parola era un gesto solenne ed eloquente. Al posto del rotolo oggi, nel mezzo della sinagoga, c’è la debolezza umana. Se vogliamo, infatti, il Signore Gesù guarisce le nostre ferite più profonde con la sua misericordia. Come guarisce la mano paralizzata di quest’uomo. «Alzati, vieni qui in mezzo», gli dice, usando un verbo che vuol dire “risorgi!”. Forse a volte facciamo di tutto per cercare di nascondere le ferite che ci mortificano, lasciandoci ingannare da falsi formalismi, come i farisei, più preoccupati della legge che della salvezza. E può succedere di volerci mostrare agli altri – e forse anche a Dio – più forti e più buoni di quello che in realtà non siamo. Ma, se nascosto, il male fa ancora più male. Confidando nella misericordia e bontà di Dio, invece, possiamo sempre porre “nel mezzo”, sotto il suo sguardo, le nostre miserie, imparando a dargli un nome, con fiducia e trasparenza. Allora il Signore opererà in noi guarigioni insperate.
Grazie Signore perché, se ci arrendiamo alla tua bontà, le nostre ferite diventano il luogo benedetto dell’incontro con Te.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 363]
Francesco si ritirò, come spessissimo faceva, in un luogo adatto per la preghiera. Vi rimase a lungo invocando con timore e tremore il Dominatore di tutta la terra, ripensando con amarezza gli anni passati malamente e ripetendo: «O Dio, sii propizio a me peccatore!». A poco a poco si sentì inondare nell’intimo del cuore di ineffabile letizia e immensa dolcezza. Cominciò allora come a uscire da sé: l’angoscia e le tenebre, che gli si erano addensate nell’animo per timore del peccato, scomparvero, ed ebbe la certezza di essere perdonato di tutte le sue colpe e di vivere nello stato di grazia. Poi fu rapito fuori di sé e, assorto in una illuminazione divina, che dilatava lo spazio della sua mente, poté contemplare chiaramente il futuro. Quando quella luce e quella dolcezza si dileguarono, egli aveva uno spirito nuovo e pareva ormai mutato in un altro uomo.
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