Davanti a Gesù
Venerdì 6 gennaio, Epifania del Signore
Is 60,1-6 Sal 71 Ef 3,2-3.5-6 Mt 2,1-12
Solennità
“Ecco…”: l’evangelista richiama l’attenzione utilizzando un avverbio che coglie la sorpresa di quanto avviene. “Alcuni magi…”, con il termine mago si indicavano gli ingannatori, i corruttori: era un’attività condannata severamente anche dalla prima comunità cristiana. Eppure coloro che vanno ad adorare Gesù sono proprio dei maghi, pagani, quindi le persone ritenute le più lontane da Dio, non degne di salvezza. Il termine maghi è poi diventato nel tempo magi, provvedendo così a dare loro dignità regale. Questi magi concretizzano la ricerca di un segno contenuto nella profezia di Balaam (Nm 24,17): “Un astro sorge da Giacobbe e uno scettro si eleva da Israele”. Si mettono in cammino con fiducia. In loro contempliamo l’atteggiamento di devozione e adorazione verso Gesù. Porgono dei doni, un po’ strani per un semplice bambino. Ma teologicamente adeguati per indicare che egli è Dio, come stare davanti a Lui e qual è il Suo desiderio per noi. Oro: tutti siamo degni di regalità. Incenso: tutti possiamo avere un rapporto diretto con il Signore come lo era per i sacerdoti. Mirra: siamo legati al Signore come suoi sposi. Questo è l’annunzio dell’Epifania, l’amore universale di Dio per tutta l’umanità, nessuno si può sentire escluso da questo amore.
Ecco, viene il Signore, il nostro re: nella sua mano è il regno, la forza e la potenza (Antifona d’ingresso).
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1163]
Cristo Gesù crocifisso dimorava stabilmente nell’intimo del suo spirito, come borsetta di mirra posta sul suo cuore; in lui bramava trasformarsi totalmente per eccesso e incendio d’amore.
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