15 gennaio 2023 – DOMENICA – II DOMENICA T.O. A.
(Giovanni 1,29-34) In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò, dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
Riflessione biblica – Oggi ci soffermiamo sull’ultimo versetto: “io ho visto e ho testimoniato che questi è il figlio di Dio”. Fin dall’inizio del suo Vangelo l’Evangelista ci indica i due sensi della fede: la vista e l’ascolto. Giovanni contempla lo Spirito discendere e ascolta la voce di Colui che lo ha inviato a battezzare. Tutto il Vangelo è costellato dal vedere e dall’ascoltare fino all’apice dell’incontro col Risorto in cui la Maddalena esclama: “Ho visto il Signore!” e racconta ciò che le ha detto (Gv 20,18). “Grazie a quest’unione con l’ascolto, il vedere diventa sequela di Cristo, e la fede appare un cammino dello sguardo, in cui gli occhi si abituano a vedere in profondità” (Lumen Fidei 30).
Riflessione francescana – Francesco, uomo estremamente concreto, voleva in qualche modo vedere con gli occhi del corpo il suo Signore: “Vorrei fare memoria di quel Bambino che è nato a Betlemme, e… intravedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato” (FF 468). Per lui il dono della vista era strettamente legato all’ascolto della Parola: “Facciamo attenzione… al santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo e ai santissimi nomi e alle sue parole scritte, che santificano il corpo… Niente infatti possediamo e vediamo corporalmente nel secolo presente dello stesso Altissimo, se non il corpo e il sangue, i nomi e le parole mediante le quali siamo stati creati e redenti” (FF 207).
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