Il “grazie”, via alla gioia
Giovedì, feria propria del 22 dicembre
1Sam 1,24-28 1Sam 2 Lc 1,46-55
Maria è meravigliata e riconoscente perché Dio ha posato il suo sguardo su di lei, l’ha benedetta, e così canta le sue meraviglie. Ma, da donna realista, sa anche che questo grande amore le sta chiedendo molto: una gravidanza inaspettata, l’incomprensione e il sospetto di molti, lo scandalo, la sofferenza di chi, attorno a lei, non capisce. Il futuro non si prospetta certo facile. Eppure può dire che sarà un futuro sicuro, perché vissuto nella certezza della venuta di Dio al momento opportuno. Noi, certo, ringraziamo più spontaneamente quando siamo felici e tutto va bene. Il vangelo oggi ci invita a cambiare prospettiva e vivere la gratitudine come via ad una gioia più profonda. Se impariamo a cogliere sempre piccoli o grandi motivi di ringraziamento, anche nei tempi difficili, quel “grazie” diventa germoglio di una gioia che piano piano cresce dentro di noi. Dire grazie ci mette al nostro posto, ci ricorda che tutto è dono. È la premessa per ricevere ancora di più e per poter condividere la gioia, come Maria lo ha fatto con Elisabetta.
Gesù Tu vieni e ci salvi! Aumenta la mia fede e la mia lode.
Dalla Compilazione di Assisi [FF 1676]
Diceva: «Se il servo di Dio si preoccuperà di avere e conservare abitualmente la gioia interiore ed esteriore, gioia che sgorga da un cuore puro, in nulla gli possono nuocere i demoni, che diranno: – Dato che questo servo di Dio si mantiene lieto nella tribolazione come nella prosperità, non troviamo una breccia per entrare in lui e fargli danno».
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