XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
In quel tempo, Gesù raccontava ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice,che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Luca 18,1-8
Nel Vangelo di Luca diverse volte si torna sulla “necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai”; non si tratta di un piacere facoltativo, da fare secondo lo stato vitale che attraversa una persona, si deve pregare se si sta bene come se si sta male. Pregare, per un credente, è necessario sempre, come respirare o come l’acqua per la vita: non c’è fede senza preghiera. Pregare è il primo ed essenziale gesto di riconoscimento verso il nostro Dio, che è una persona, che è Padre, che ama i suoi figli, che s’interessa al nostro bene e sente le nostre mancanze e sofferenze. Nostro Padre Dio è il grande ascoltatore, non rimane sordo di fronte alle nostre suppliche. Non rimane sordo né indifferente soprattutto quando si prega, con fede e insistenza, per il bene degli altri, e quando si prega per la giustizia e per la pace.
Dopo la sua prigionia a Perugia, e la successiva malattia, il primo approccio della nuova esperienza cristiana di Francesco è stato la preghiera. Si allontanava dalla città, rimaneva molto tempo da solo in una grotta (cfr. FF 329), poi pregava presso le chiese nella periferia di Assisi, così che pian piano tutta la creazione e tutto il mondo divennero per lui un tempio dove lodare continuamente il Signore. Uno dei dubbi profondi che ha affrontato fu quello riguardante la preghiera e la predicazione: doveva darsi pienamente ed esclusivamente alla preghiera o anche predicare con l’aiuto dei fratelli e di santa Chiara? Dio voleva anche il Francesco predicatore (cfr. FF 1204). La grande autobiografia di Francesco sono le sue preghiere e non c’è altro modo di essere vicini a lui che pregando Iddio.
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