Necessità
Sabato XXXII Settimana Tempo Ordinario
3Gv 5-8 Sal 111 Lc 18,1-8
San Giosafat, memoria
“Senza stancarsi”, più precisamente significa senza “scoraggiarsi”, “alterarsi”, “incattivirsi”. Nella nostra quotidianità tutti viviamo una lotta, come la vedova con il suo avversario. La fede stessa è lotta. Lotta per vivere seguendo il bene conosciuto e scelto, lotta per perdere la vita e non trattenerla per sé. Senza la preghiera, che è relazione fatta di tempo, ascolto, dialogo, silenzio,… noi non possiamo far altro che “degenerare”, piegare verso il male. La preghiera si fonda, si nutre e allo stesso tempo alimenta la certezza di essere amati. Per questo Gesù insegna che la preghiera è una necessità e Lui stesso la vive così, cercando tenacemente nelle sue giornate piene di incontri e relazioni, luoghi e tempi per pregare. Possiamo dire altrettanto di noi stessi?
“Signore, aiutami a capire che solo tu puoi insegnarmi a pregare… insegnami a tenere semplicemente lo sguardo fisso su di te”. (J.H.Newman)
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 682]
Dialogava spesso ad alta voce con il suo Signore: rendeva conto al Giudice, supplicava il Padre, parlava all’Amico, scherzava amabilmente con lo Sposo. E in realtà, per offrire a Dio in molteplice olocausto tutte le fibre del cuore, considerava sotto diversi aspetti Colui che è sommamente Uno. Spesso, senza muovere le labbra, meditava a lungo dentro di sé e, concentrando all’interno le potenze esteriori, si alzava con lo spirito al cielo. In tale modo dirigeva tutta la mente e l’affetto a quell’unica cosa che chiedeva a Dio: non era tanto un uomo che prega, quanto piuttosto egli stesso tutto trasformato in preghiera vivente.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.