Si udrà ancora in te
Giovedì XXXIV settimana del Tempo Ordinario
Ap 18,1-2.21-23; 19,1-3.9 Sal 99 Lc 21,20-28
Santi Andrea Dung-Lac presbitero e compagni martiri
Questa sezione del Vangelo di Luca è chiamata “grande apocalisse”, e le immagini rappresentano uno scenario di morte e desolazione. Gerusalemme sarà distrutta, e a Babilonia “la luce della lampada non brillerà più”. Cosa può dire a noi oggi? Se siamo onesti, possiamo riconoscere quante volte costruiamo le nostre sicurezze, i nostri progetti e idee contando solo sulle nostre forze, ragionamenti e capacità. Ci sembra un atto intelligente, che ci procura un senso di stabilità e sicurezza. Ma Gesù è molto chiaro e determinato: l’apparente stabilità che costruiamo con le nostre forze è destinata a svanire. Oggi la Parola ci invita ad alzare il capo: quando lo facciamo, l’orizzonte si allarga, vediamo più lontano. Alzare il capo è allora un gesto di grande dignità, ma anche di maggiore chiarezza e consapevolezza. Le immagini apocalittiche ci aiutano a capire il contrasto tra le incertezze della vita e la luce sicura, sempre accesa, che è Cristo. Solo in Lui troviamo libertà dalle nostre contraddizioni e stabilità nella speranza.
“Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non vigila sulla città, invano veglia la sentinella” (Sal 126).
Dalle Lodi di Dio Altissimo [FF 261]
Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose.
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo,
Tu sei re onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra.
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