La grazia della vergogna
Lunedì XXX Settimana del Tempo Ordinario
Ef 4,32-5,8 Sal 1 Lc 13,10-17
Gesù con molta chiarezza smaschera l’ipocrisia degli uomini religiosi del suo tempo, pronti a dimenticare l’uomo in nome di quella che ritenevano la Legge di Dio. Ma la legge perfetta, la legge della libertà (cf Gc 1,25) mette sempre al centro la carità. La misericordia che Gesù mostra nel guarire la donna curva è l’unico vero comando che il Signore ci da. Fissando lo sguardo su questo amore, così libero, gratuito e sovrabbondante, non possiamo che riconoscerci piccoli e mancanti. Ben venga la vergogna per la nostra ipocrisia! Ben venga sentire il peso del nostro essere sempre pronti a giudicare ma non così pronti ad amare. Rallegriamoci e rendiamo grazie al Signore, perché dall’umiliazione viene l’umiltà, dall’umiltà la gioia di riconoscersi amati e chiamati a essere imitatori di Dio, vivendo – per sua grazia – la misericordia, il perdono, la carità.
Signore, ogni volta che siamo pronti a giudicare, donaci di sentire la grazia della vergogna e il desiderio di essere sempre più simili a te.
Dalle Ammonizioni [FF 172]
Beato il servo che, rimproverato, di buon animo accetta, si sottomette con modestia, umilmente confessa e volentieri ripara. Beato il servo che non è veloce a scusarsi e umilmente sopporta la vergogna e la riprensione per un peccato, anche quando non ha commesso colpa.
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