Benedetti e trasformati
Martedì XXX Settimana del Tempo Ordinario
Ef 5,21-33 Sal 127 Lc 13,18-21
Il lievito non rimane lievito, il granello di senape non rimane un seme. Entrambi muoiono e, morendo, si trasformano in buon pane e in albero pieno di rami ospitali. L’unico cammino possibile per la nostra libertà di figli di Dio è perdere la vita. Ciò che sembra mortificazione o perdita, diventa sorgente di vita, se siamo docili all’azione dello Spirito Santo in noi, e quindi umili. Il regno di Dio infatti si costruisce insieme, vivendo da fratelli, perdendo la vita gli uni per gli altri. Quante volte invece, nelle piccole scelte di ogni giorno, spegniamo questa motivazione lasciando spazio alle nostre attese egoistiche, le pigrizie, le chiusure, i giudizi? In quei casi, ci ritroviamo più miseri di prima, lontani dalla libertà del cuore e dalla gioia. Perdere la vita è un paziente cammino quotidiano. Le parole del salmo ci incoraggiano, così come la presenza del Signore accanto a noi: è benedetto l’uomo che teme il Signore… tutti i giorni della tua vita!
Donaci, o Padre, il tuo Spirito di forza e di umiltà.
Dalla seconda Celano [FF 779]
Presso Dio – diceva – non vi è preferenza di persone, e lo Spirito Santo, ministro generale dell’Ordine, si posa egualmente sul povero ed il semplice.
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