“Ammalatamente” umani
Mercoledì XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
Gal 5,18-25 Sal 1 Lc 11,42-46
I dottori della Legge si sentono offesi dalle verità che Gesù fa comprendere loro. Anche per noi a volte è faticoso accettare il nostro limite, facciamo di tutto per non vederlo. L’orgoglio si sente ferito, quando gli eventi, gli altri, il vangelo stesso smaschera il peccato che è in noi. Anche l’orgoglio è un frutto della carne, insieme all’impietoso elenco che San Paolo passa in rassegna. Ma cos’è questa “carne” di cui parla l’apostolo? È quella dimensione dell’uomo, dice Papa Francesco, “esclusivamente terrena, totalmente orizzontale e guidata dall’istinto”. È una dimensione esclusivamente umana. Ma siccome ciò che è umano è amato da Dio, il Papa puntualizza, dicendo che la “carne” è tutto ciò che è “ammalatamente umano”. Invochiamo spesso e con fede lo Spirito Santo, soprattutto quando ci scontriamo con la nostra incapacità di amare, che è la nostra umanità malata. Lo Spirito libera il cuore, fa crescere in noi i sentimenti di una umanità guarita e redenta, piena di amore verso i fratelli.
Padre, accogliere il tuo Spirito e lasciarsi guarire da lui vuol dire sempre libertà, maggiore consapevolezza di noi stessi, gioia della vita e delle relazioni con gli altri.
Dalle Laudi e Preghiere [FF 276]
O alto e glorioso Dio,
illumina le tenebre de lo core mio.
E damme fede diritta,
speranza certa e carità perfetta,
senno e cognoscimento, Signore,
che faccia lo tuo santo e verace comandamento. Amen.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.