In cosa puoi gloriarti?
Sabato XXV Settimana del Tempo Ordinario
Qo 11,9 – 12,8 Sal 89 Lc 9,43b-45
Quando si tratta di affrontare la fatica, il dolore, anche noi, come i discepoli, abbiamo paura, stentiamo a capire…Oppure facciamo finta? Questo aspetto della vita cerchiamo di evitarlo in tutti i modi. A volte fingiamo addirittura che non ci riguardi. L’autore del Qoelet, invece, guarda in faccia alla realtà fragile dell’uomo ed esorta: «Ricordati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza». Non si tratta di frenare la gioia o la vitalità, di essere mesti e non godere della vita. Ma, al contrario, si tratta di essere “veri”, di orientarci nella giusta direzione. Infatti, l’illusione di essere immuni dalla sofferenza e dal dolore ci fa perdere di vista la relazione con il Signore, Colui che è la fonte della vita.
Così anche Gesù, annunciando per la seconda volta la sua Passione, vuole evitare ai discepoli l’illusione di un Dio “potente alla maniera umana”. Il Signore viene a salvarci e guarirci scegliendo la via della Croce, amando la nostra fragilità. Insieme a Lui possiamo anche noi abbracciare la nostra fragilità, guardarla senza essere sopraffatti dalla paura. E lì troveremo anche motivo di gratitudine verso “il nostro Creatore”.
“Nella conversione e nella calma sta la nostra salvezza, nell’abbandono
confidente sta la nostra forza” (cfr Is 30,15)
Dalle Ammonizioni [FF 154]
Di che cosa dunque puoi gloriarti? […] anche se tu fossi più bello e più ricco di tutti, e se tu operassi cose mirabili, come scacciare i demoni, tutte queste cose ti sono di ostacolo e nulla ti appartiene, e in esse non ti puoi gloriare per niente; ma in questo possiamo gloriarci, nelle nostre infermità e nel portare sulle spalle ogni giorno la santa croce del Signore nostro Gesù Cristo.
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