Pensare secondo chi?
Giovedì XVIII Settimana del Tempo ordinario
Ger 31,31-34 Sal 50 Mt 16,13-23
San Giovanni Maria Vianney
Tutti noi possiamo capire l’apostolo Pietro che rappresenta anche la nostra tentazione: l’illusione tenace che il Regno di Dio venga secondo le modalità della potenza umana, lo stile della giustizia dove regna la ragione verso il torto.
Pensare secondo gli uomini vuol dire mettere un limite alla forza della misericordia di Dio e fare “sconti” alla vita e all’impegno che richiede.
Vuol dire prendere anziché dare, usare logiche di dominio sull’altro, illudendosi così di star meglio. Ci conforta oggi la memoria del curato d’Ars, uomo semplice e capace di vivere la vita buona del Vangelo. Il suo segreto è stato tanta preghiera… è solo qui che il nostro pensare viene purificato e illuminato.
Padre buono, donaci di riscoprire, con stupore sempre nuovo, chi è Gesù e come vivere il suo stesso amore.
Dalla Regola non Bollata [FF 48]
E siamo fermamente convinti che non appartengono a noi se non i vizi e i peccati. E dobbiamo anzi godere quando siamo esposti a diverse prove, e quando sosteniamo qualsiasi angustia o afflizione di anima o di corpo in questo mondo in vista della vita eterna. Quindi tutti noi frati guardiamoci da ogni superbia e vana gloria; e difendiamoci dalla sapienza di questo mondo e dalla prudenza della carne. Lo spirito della carne, infatti, vuole e si preoccupa molto di possedere parole, ma poco di attuarle, e cerca non la religiosità e la santità interiore dello spirito, ma vuole e desidera avere una religiosità e una santità che appaia al di fuori agli uomini.
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