DOMENICA IV DEL TEMPO ORDINARIO – C – 3 LUGLIO 2022
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni luogo dove si stava per recare. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi coloro che vi lavorano! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi chi lavori nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate,
prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di ciò che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano e dite loro: “È vicino a voi il Regno di Dio”». Luca 10,1-9
Dio ha mandato suo Figlio come Agnello e Cristo manda come agnelli i suoi discepoli. L’invio in missione – compito di ogni battezzato – non è una passeggiata trionfale e non sono ammessi altri appoggi e sicurezze che la piccolezza, la povertà, la debolezza. Tutt’altro che spiegamento di mezzi o efficienza di tecniche! Non siamo mandati a vincere il mondo, perché il mondo è già stato vinto attraverso la Pasqua di Cristo. L’Agnello di cui parla l’Apocalisse al cap. 5 è immolato, sgozzato, ma ritto in piedi, risorto, trionfante; è Lui il vincitore, il grande protagonista della storia umana. Anche la nostra presenza nel mondo è dunque pasquale: si tratta di incontrare gli uomini nelle loro situazioni quotidiane e testimoniare come si possono affrontare queste situazioni con la novità di Cristo. «Io metterò le mie forze al vostro servizio e sarò un Dio di infinita dolcezza. […] Non siate servi ma vincitori: andate oltre l’odio dei vostri nemici, molto oltre, perché le vostre lacrime hanno preparato le vie del Signore.» (Alda Merini) È l’essere associati alla croce di Cristo che salva il mondo. La somiglianza a Lui è già missione.
Non si può nascondere il dono che abbiamo ricevuto dal Signore: Egli stesso ci manda ai nostri fratelli. «Consideriamo la nostra vocazione, diceva Francesco: Dio, nella sua misericordia, ci ha chiamati non solo per la nostra salvezza, ma anche per quella di molti altri. Andiamo dunque, esortando tutti, con l’esempio più che con le parole, a fare penitenza dei peccati e a ricordarsi dei comandamenti di Dio. Non abbiate paura di apparire piccoli e senza cultura, ma abbiate fiducia nel Signore, che ha vinto il mondo!». E i frati andavano, fedeli alle sue ammonizioni, e annunciavano ovunque la pace, esortando tutti ad amare e a temere il Signore (cfr. FF 1440). Come va la nostra fede? È “in uscita”, ogni giorno?
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