Questione di pensiero
Venerdì X Settimana del Tempo Ordinario
1Re 19,9.11-16 Sal 26 Mt 5,27-32
All’inizio della Santa Messa, diciamo: “Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli e sorelle che ho molto peccato in pensieri, parole, opere ed omissioni”. Quindi, anche il pensiero moralmente non retto rientra nei peccati da confessare. Come per l’adulterio che, come ogni peccato, inizia già nella testa prima che arrivi ad essere un atto concreto: “Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore”. Gesù va a guardare le radici del peccato. L’adulterio fa parte della seduzione, il cui termine significa se-ducere, cioè condurre a sé, attrarre fortemente a sé. Quindi riguarda l’uomo e la donna in genere. Ognuno di noi, al di là del proprio stato di vita, può sperimentare questo pensiero, questa tentazione: pensare di possedere l’altro per i propri bisogni. L’amore al contrario fa pensare al dono, non possiede ma accoglie, non seduce ma libera. Posso domandarmi: perché l’altro mi interessa?
Signore, tu sei nella delicatezza e non nell’invadenza. Donaci, come il profeta Elia, di accorgerci della tua presenza rispettosa e attraente.
Dalla lettera di Santa Chiara a Ermentrude di Bruges
Rimani, dunque, o carissima, fedele fino alla morte a Colui, al quale ti sei legata per sempre. E certamente sarai da Lui coronata con la corona della vita. Il tempo della fatica quaggiù è breve, ma la ricompensa è eterna. Non ti abbaglino gli splendori del mondo, che passa come ombra. Non ti sorprendano le vuote immagini di questo mondo ingannatore; chiudi le tue orecchie ai sibili dell’inferno e spezza da forte le sue tentazioni. Sostieni di buona voglia le avversità, e la superbia non gonfi il tuo cuore nelle cose prospere.
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