Belle storie
Martedì X Settimana del Tempo Ordinario
1Re 17,7-16 Sal 4 Mt 5,13-16
La storia che ci racconta la prima lettura è come un’applicazione bella e concreta del Vangelo, un esempio di come essere sale della terra. La riconosciamo come una storia saporita, soprattutto perché ambientata in un tempo di fragilità, di carestia dove il semplice obbedire porta a sperimentare quel di più bello della vita, non esagerato, ma giusto, capace di saziare per quanto basta.
Questo sapore che dona pace e speranza viene da un gioco di obbedienze. Elia obbedisce a Dio, poi dice alla donna: “va’ a fare come hai detto”. La donna fa secondo la parola di Elia… e alla fine le cose divengono piene secondo la parola del Signore. Non possiamo dimenticare poi che, a dire “si” ad un’obbedienza paradossale, sono due poveri: Elia, senza dimora, si fida di un Dio che lo invia in un territorio straniero, nelle fauci del nemico idolatra, a cercare aiuto da una donna poverissima, vicina alla morte per fame.
Essere sale lo possiamo vedere allora nel fidarsi della Parola di Dio che ci parla attraverso i fatti poveri e talvolta assurdi della vita, nel coraggio dell’accoglienza e della gratuità, nel donarsi anche quando sembra di non farcela.
In fondo, il sale, è Dio stesso, la sua forza in noi.
Scuotici, o Padre, quando vogliamo rassegnarci alla tiepidezza.
Dalla Leggenda Minore di San Bonaventura [FF 1351]
Per compiere ogni giustizia nella realizzazione dell’umiltà perfetta, si impegnò a rimanere soggetto non solo ai superiori, ma anche agli inferiori, a tal punto che aveva l’abitudine di promettere obbedienza anche al compagno di viaggio, fosse stato anche il più semplice.
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