La carne di Cristo
Lunedì I Settimana di Quaresima
Lv 19,1-2.11-18 Sal 18 Mt 25,31-46
“Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi più piccoli, l’avete fatto a me”. Ecco la buona notizia del Vangelo di oggi: è possibile amare Dio, concretamente, amando il fratello. Con la sua incarnazione Gesù si è fatto uno con l’uomo più solo, più bisognoso, più povero. Così l’altro è il “luogo” in cui ciascuno di noi può “scorgere la carne di Cristo” (Papà Francesco).
Questa verità è discreta, non si impone, tanto che nel giudizio finale, non solo i maledetti ma neanche i giusti mostrano di non essersene resi conto.
Allo stesso tempo è una verità semplice, che per questo ci scomoda, perché ci dice che possiamo essere santi come il Signore è santo, perché per grazia il Signore ci offre l’occasione e l’opportunità. Negli ultimi, come Gesù ci ha detto, serviamo o ignoriamo Dio stesso, in loro incontriamo o rifiutiamo Lui.
Donaci la grazia di morire a noi stessi, per amare i fratelli ed essere santi, Signore, come tu sei santo
Dalla Leggenda maggiore di san Bonaventura [FF 1035]
Mentre prima aborriva non solo la compagnia dei lebbrosi, ma perfino il vederli da lontano, ora, a motivo di Cristo crocifisso che, secondo le parole del profeta, ha assunto l’aspetto spregevole di un lebbroso, nell’intento di raggiungere il pieno disprezzo di se stesso, offriva ai lebbrosi i servigi dell’umiltà e dell’umanità insieme con i benefici della pietà.
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