Dio: onnipotente e Padre
Martedì I Settimana di Quaresima
Is 55,10-11 Sal 33 Mt 6,7-15
Nel simbolo apostolico noi affermiamo che Dio è Padre onnipotente.
La parola Padre, frapposta a Dio e ad Onnipotente, ci abbaglia, perché queste due parole (Dio e Onnipotente) alla luce della paternità cambiano totalmente prospettiva.
Gesù ci invita oggi ad avere questo sguardo e consapevolezza: la gratuità totale ed eterna dell’amore è l’onnipotenza di Dio, del suo amore di Padre. Per questo non servono molte parole, ma povertà e amore divengono preghiera.
L’amante dice all’amata: “Tu sei la mia gioia”, il che significa: “Senza di te sono povero di gioia, infelice”. Oppure: “Tu sei tutto per me”, il che significa: “Senza di te non ho nulla, sono niente”.
Amare vuol dire esistere mediante l’altro e per l’altro… Colui che ama di più, pertanto, è anche il più povero.
L’infinitamente amante-Dio è Padre Onnipotente, infinitamente povero.
Ci conceda il Padre di conoscerlo come è davvero e di desiderare di amare come Lui.
Dalla Regola non Bollata [FF 70]
Nient’altro dunque dobbiamo desiderare, nient’altro volere, nient’altro ci piaccia e diletti, se non il Creatore e Redentore e Salvatore nostro, solo vero Dio, il quale è il bene pieno, ogni bene, tutto il bene, vero e sommo bene, che solo è buono, pio, mite, soave e dolce, che solo è santo, giusto, vero e retto, che solo è benigno, innocente, puro, dal quale e per il quale e nel quale è ogni perdono, ogni grazia, ogni gloria di tutti i penitenti e i giusti, di tutti i beati che godono insieme nei cieli.
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