Chi sei Tu Signore e chi sono io?
Lunedì II Settimana di Quaresima
Dn 9,4b-10 Sal 79 Lc 6,36-38
La giustizia conviene al Signore, a noi la vergogna sul volto. Mettersi sotto lo sguardo di Dio significa riconoscere il nostro peccato, il nostro essere complici del male che spesso recriminiamo solo a parole. Allo stesso tempo però, significa riconoscere che anche se peccatori, il Padre si rivolge a noi sempre come a figli. Come vivere questa chiamata? Come allargare la nostra misura? Per prima cosa fissando nella mente e nel cuore l’agire del Padre verso di noi, imparando a riconoscere la Sua misericordia che ama la nostra miseria. La gratitudine per la misura piena, colma e traboccante di amore che il Padre ci dona nella nostra vita, attraverso i volti amici, nella Sua Parola, nell’Eucaristia, nel Perdono… In questo eccesso di amore troviamo la grazia di allargare la misura, di perdonare, di restituire ai fratelli, per quanto possiamo, l’amore con cui siamo amati.
Grazie, o Padre, perché con il tuo amore ci chiami e ci trasformi in figli tuoi, capaci di restituire il tuo amore.
Dalla Lettera a tutto l’Ordine [FF 233]
Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio, concedi a noi miseri di fare, per tuo amore, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, e con l’aiuto della tua sola grazia giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice vivi e regni e sei glorificato, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli. Amen.
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