Santo e giusto
Venerdì IV Settimana del Tempo Ordinario
Sir 47,2-13 Sal 17 Mc 6,14-29
È inquieto, Erode. Si è appena sbarazzato del profeta Giovanni ed ecco che ne spunta un altro di profeta, ancora più conosciuto e che gli mette ancora più inquietudine: Gesù.
E allora l’evangelista, insieme alle domande di Erode, narra la morte del Battista, non senza però tralasciare di descrivere tutta la riflessione che il re fa tra sé e sé.
Nonostante Giovanni gli desse fastidio, era consapevole di trovarsi di fronte ad un uomo integro e per questo lo ascoltava volentieri, pur non capendolo. E anche lo temeva, lo venerava, aveva capito che era un uomo santo nel suo rapporto con Dio e giusto nella relazione con gli uomini. Giovanni vive la sua santità perché appartiene al suo Dio, ha fede in Lui e dà la vita per Lui. La giustizia è una conseguenza della santità. è l’integrità vissuta nella fede che suscita il desiderio di vivere rapporti buoni, nella misericordia, nell’amore per l’altro. E così anche la sua vita morale è limpida. Giovanni il Battista è testimone e annunciatore tenace anche e soprattutto nei confronti di Erode, che però è debole, incapace di lasciarsi guidare per la via della vita e così redimersi.
Grazie Signore per la santità e la giustizia di Giovanni Battista che ci insegnano ad abitare la terra e a vivere con fede (dal Sal 37)
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1065]
Contando sulla grazia divina e sull’autorità papale, Francesco, pieno di fiducia. si diresse verso la valle Spoletana, pronto a praticare e ad insegnare il Vangelo. Durante il cammino discuteva con i compagni sul modo in cui osservare con sincerità la Regola, che avevano abbracciato; sul modo in cui progredire in ogni santità e giustizia davanti a Dio, sul modo in cui santificare se stessi ed essere di esempio per gli altri.
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