Che cosa ti manca?
Martedì, feria propria del 4 gennaio
1Gv 3,7-10 Sal 97 Gv 1,35-42
Ogni persona cerca di stare dentro le situazioni della vita, dentro le età, le relazioni, il tempo, i desideri costruendosi in qualche modo una dimora in cui stare bene e trovando affetto e senso.
Come Andrea e Giovanni, ognuno cerca uno “spazio” di vita buona. Non ci sono libretti di istruzioni, ma il vangelo ci offre atteggiamenti di vita: cercare, andare, stare.
Si cerca in forza di un desiderio preponderante: che cosa cerchi? è la prima parola di Gesù nel Vangelo di Giovanni.
Si va da qualche parte parte per attrazione di una luce, di una speranza intravista. La parola “venire”, oltre ad indicare un movimento fisico, indica un itinerario spirituale il cui fine è “vedere”, cioè fare l’esperienza del Signore e, grazie a Lui, vedere il senso pieno e definitivo della nostra esistenza.
Per questo è necessario stare, rimanere fisicamente con il Signore e in tutte le esperienze che parlano di Lui: in questo stare si trova la gioia sobria per costruire personalmente, senza rivendicazioni o pretese o copiature, ciò che si cerca, ovvero ciò che ancora manca. Che cosa cerchi?, in fondo, si traduce con: cosa ti manca?
Concedici, o Padre, di seguire sempre quel “germe divino” che Tu hai posto in noi.
Dalla Parafrasi del “Padre Nostro” [FF 268]
Sia santificato il tuo nome: si faccia luminosa in noi la conoscenza di te, perché possiamo conoscere qual è l’ampiezza dei tuoi benefici, l’estensione delle tue promesse, la sublimità della tua maestà e la profondità dei tuoi giudizi.
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