DOMENICA 12 DICEMBRE 2021 III DOMENICA D’AVVENTO B. MARIA VERGINE DI GUADALUPE
Dal Vangelo
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: “Che cosa dobbiamo fare?”. Rispondeva: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: “Maestro, che dobbiamo fare?”. Ed egli disse loro: “Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato”. Lo interrogavano anche alcuni soldati; “E noi che dobbiamo fare?”. Rispose: “Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe”. Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile”. Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella.
Commento biblico
Il Battista, rivolgendosi a tutte le categorie di persone che sentono il bisogno di un cambiamento di vita, indica l’esigenza di soddisfare il comandamento dell’amore attraverso i frutti concreti di conversione correlati alla giustizia sociale. Giovanni Battista prepara all’incontro con il Cristo dichiarando a tutti la verità su se stesso, spiegando la smisurata differenza che corre tra la Sua missione e quella che compirà Gesù. Il Suo battesimo è solamente preparatorio, una presa di coscienza del peccato, mentre quello di Gesù, sarà di fuoco e nello Spirito Santo, per la remissione dei peccati e il dono dello Spirito senza misura. Il Battista, con il detto “sciogliere i sandali”, vuole rafforzare l’immagine del Suo essere totalmente subordinato a Cristo, ancor più di quanto non lo sia uno schiavo nei confronti del Suo padrone. Perciò, attraverso un linguaggio figurato, conclude il Suo insegnamento con una forte esortazione alla penitenza.
Commento francescano
C’è una forte correlazione tra la consapevolezza della propria piccolezza da parte di Giovanni Battista e quella di Francesco d’Assisi. L’uno e l’altro di fronte a Cristo sentono il bisogno di diminuire se stessi agli occhi degli altri per far risaltare l’opera di Dio in Loro, come si rende evidente in questo episodio: «Un giorno, montato su un asinello, perché debole e infermo non poteva andare a piedi, attraversava il campo di un contadino, che stava lavorando. Questi gli corse incontro e gli chiese premuroso se fosse frate Francesco. Avendogli risposto umilmente che era proprio lui quello che cercava: “Guarda – disse il contadino – di essere tanto buono quanto tutti dicono che tu sia, perché molti hanno fiducia in te. Per questo ti esorto a non comportarti mai diversamente da quanto si spera”. Francesco, a queste parole, scese dall’asino e, prostratosi, davanti al contadino, più volte gli baciò i piedi umilmente ringraziandolo che si era degnato di ammonirlo». (FF 726)
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