Che saluto
Martedì, feria propria del 21 dicembre
Cant2,8-14 Sal32 Lc 1,39-45
Nell’incontro di Maria e Elisabetta abbiamo il modello dell’incontro. Maria va da Elisabetta nella fiducia e nella carità; Elisabetta apre la sua casa e le sue braccia all’incontro con la madre del suo Signore.
Il Vangelo di oggi ci invita a porre l’attenzione ad un saluto sincero, pieno di vita. Forse troppo abituati a saluti formali, possiamo oggi fermarci a pensare al valore dei nostri incontri, dei nostri saluti quotidiani. Quali sentimenti e pensieri risuonano in noi? Come custodiamo il desiderio dell’incontro? Con il Signore che continuamente viene in noi? Con gli altri, reali, concreti, che abbiamo accanto? Anche noi siamo chiamati a custodire un “sussulto”, un’attesa, perché il Signore Gesù si incarni ancora. Perché l’altro è sempre mistero e presenza del Dio vivo, che viene a trovarci, a volte a disturbarci, a volte a rallegrarci, ma sempre ci interpella e ci provoca ad un amore più grande e più sincero.
Signore Gesù, aumenta la nostra fede e apri i nostri cuori perché possiamo attenderti e incontrarti con gioia.
Dalla vita prima di Tommaso da Celano [FF 387]
Com’era ardente l’amore fraterno dei nuovi discepoli di Cristo! Quanto era forte in essi l’amore per la loro famiglia religiosa! Ogni volta che in qualche luogo o per strada, come poteva accadere, si incontravano, era una vera esplosione del loro affetto spirituale, il solo amore che sopra ogni altro amore è fonte di vera carità fraterna.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.