Verso chi?
Sabato XXXII Settimana Tempo Ordinario
Sap 18,14-16;19,6-9 Sal 104 Lc 18,1-8
È necessario pregare sempre, senza stancarsi…come la vedova della parabola. Essa non ha alternative: se vuole ottenere giustizia deve convincere il giudice, e così senza stancarsi chiede finché non ottiene l’ascolto e l’aiuto che cerca. E noi: riconosciamo – come la vedova – chi è Colui che solo può farci giustizia, cioè mostrarci come vivere al meglio? Perché, è certo, a differenza del giudice della parabola, il Padre prontamente si prende cura dei suoi figli. Ma a noi, ci crediamo suoi figli, “suoi eletti”, tanto da “gridare giorno e notte verso di Lui”? Oggi il Signore viene – nella sua Parola, nell’Eucaristia, nel volto dei fratelli – : verso chi staremo alzando le nostre preghiere, a chi staremo volgendo il nostro sguardo?
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome, a lui cantate, a lui inneggiate, meditate tutte le sue meraviglie: gioisca il cuore di chi cerca il Signore.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 682]
Dialogava spesso ad alta voce con il suo Signore: rendeva conto al Giudice, supplicava il Padre, parlava all’Amico, scherzava amabilmente con lo Sposo. E in realtà, per offrire a Dio in molteplice olocausto tutte le fibre del cuore, considerava sotto diversi aspetti Colui che è sommamente Uno. Spesso, senza muovere le labbra, meditava a lungo dentro di sé e, concentrando all’interno le potenze esteriori, si alzava con lo spirito al cielo. In tale modo dirigeva tutta la mente e l’affetto a quell’unica cosa che chiedeva a Dio: non era tanto un uomo che prega, quanto piuttosto egli stesso tutto trasformato in preghiera vivente.
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