Razioni buone
Mercoledì XXIX Settimana del Tempo Ordinario
Rm 6,12-18 Sal 123 Lc 12,39-48
Oggi il Signore ci parla dell’incontro con Lui. Non solo quello dell’ultima ora. Ma l’incontro di ogni giorno, semplice e inaspettato, in cui il Signore si fa conoscere, ci visita e ci manifesta il suo amore di predilezione. Il vangelo presenta un servo che vive male questa attesa. Approfitta del ritardo del padrone per fare i suoi comodi. È l’uomo che, direbbe San Paolo, offre al peccato le sue membra come strumenti di ingiustizia, spadroneggiando sugli altri e concedendosi privilegi. Possiamo riconoscere anche noi il rischio di offrire al peccato le nostre membra, quando poniamo al centro noi stessi, i nostri bisogni e interessi. L’altro servo, al contrario, sa attendere, desidera sul serio l’incontro, e quindi vive preparando il cuore, vigilando attentamente sulla sua vita. Vive con carità, offrendo agli altri le razioni di cibo. È l’amministratore affidabile che agisce per amore, con responsabilità e con gratitudine verso la fiducia accordatagli dal padrone, che lo chiama beato.
Signore, rendici buoni amministratori del tuo vangelo, per donare “razioni buone” a coloro che incontriamo.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 466]
La sua aspirazione più alta, il suo desiderio dominante, la sua volontà più ferma era di osservare perfettamente e sempre il santo Vangelo e di imitare fedelmente con tutta la vigilanza, con tutto l’impegno, con tutto lo slancio dell’anima e del cuore la dottrina e gli esempi del Signore nostro Gesù Cristo.
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