DOMENICA 17 OTTOBRE 2021 S. IGNAZIO D’ANTIOCHIA VESCOVO
Dal Vangelo
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i
governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi
vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».
Commento biblico
Oggi ricordiamo uno dei primi martiri della Chiesa cristiana, vescovo di Antiochia, dove per la prima volta i seguaci di Gesù furono chiamati “cristiani”. Il Vangelo ci ricorda il modo di essere e il modo di fare del cristiano. Molte volte abbiamo tradotto l’invito di Gesù come un augurio, “tra voi non sia così”, invece la traduzione letterale è: “tra voi non è così”. Come a dire che se fosse diversamente, non rappresenteremmo la comunità cristiana, perché di fatto non è possibile, per chi segue Gesù, avere come modello il potere mondano. Questa è la tentazione di sempre da Adamo ed Eva, ai figli del tuono, Giacomo e Giovanni. Un normale insegnante avrebbe perso la pazienza con i propri alunni, Gesù invece, con una grande tolleranza, si rimette seduto, li chiama a sé, e con uno sguardo fa vedere loro come ragiona il mondo e con un altro mostra come ragiona il cuore di Dio. Gesù restituisce il senso di quella parola che molti di noi travisiamo: “potere” dal latino poteo, cioè poter fare qualcosa… poter lavare i piedi, poter mettersi in ginocchio, poter perdonare… che bello questo potere.
Commento francescano
Francesco nel descrivere le potenzialità di ciascuno, ciò che ognuno può fare, ci invita a essere “madri”. Ovvero, a prenderci cura degli altri con amore: «E con fiducia l’uno manifesti all’altro la propria necessità, perché l’altro gli trovi le cose che gli sono necessarie e gliele dia. E ciascuno ami e nutra il suo fratello, come la madre ama e nutre il proprio figlio, in quelle cose in cui Dio gli darà grazia. E colui che mangia, non disprezzi chi non mangia, e chi non mangia, non giudichi colui che mangia» (FF 32).
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