I mezzi dell’agnello
Giovedì XXVI Settimana del Tempo ordinario
Ne 8,1-4.5-6.7-12 Sal 18 Lc 10,1-12
San Girolamo, memoria
Gesù ci invia e, in questa missione, si intrecciano aspetti apparentemente divergenti: da una parte la certezza di qualche “successo” (predicare e convertire, pregare e guarire…), dall’altra la certezza di qualche dolore (non mancheranno fatica e incomprensione). Interessante notare questo contrasto e vedere quali sono i mezzi che Gesù suggerisce per “starci dentro”: non sono i mezzi consueti, qualche forza o potere da avere. Sono piuttosto i “mezzi dell’agnello”: essere coerenti con quello che si proclama e proclamare la buona novella come annuncio di salvezza anche per la nostra fragilità e debolezza.
Noi, a volte, vorremmo i “mezzi forti dei lupi”, mentre il Vangelo ci manda con questa “povertà di mezzi” per comprendere la forza della Parola nella nostra vita e sperimentare l’esultanza che essa permette.
Donaci, o Signore, un cuore povero per ascoltare e obbedire alla tua Parola.
Dalla Leggenda dei Tre compagni [FF 1443]
Un uomo di nome Guido passò a distribuire l’elemosina ai poveri che si trovavano in quella chiesa. Arrivato che fu presso i frati e facendo l’atto di dare a ciascuno del denaro, come aveva fatto con gli altri, quelli rifiutarono e non lo vollero ricevere. Allora disse loro: «Ma perché voi, pur essendo poveri, non prendete il denaro come gli altri?». Rispose frate Bernardo: «È vero che siamo poveri, ma per noi la povertà non è un peso, come per gli altri indigenti, poiché ci siamo fatti poveri di nostra libera scelta, per grazia di Dio, seguendo il suo consiglio». Stupì quell’uomo e, interrogatili se avessero avuto dei beni, sentì da loro che effettivamente avevano posseduto grandi ricchezze, ma per amore di Dio avevano distribuito ogni cosa ai poveri.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.