Quella durezza che ci “getta fuori”
Sabato XXI Settimana del Tempo Ordinario
1Ts 4,9-11 Sal 98 Mt 25,14-30
Sant’Agostino, memoria
Prendi parte alla gioia del tuo padrone! La parabola dei talenti ci insegna che il nostro agire dipende molto dall’immagine che di Dio ci portiamo dentro. Se custodiamo una relazione vera con Lui e riconosciamo umilmente tutti i segni della sua misericordia nella nostra storia, allora viviamo ogni cosa come dono. Saremo così accompagnati spesso da un sentimento di gratitudine. Se, al contrario, abbiamo l’idea di un Dio “duro”, esigente e severo, come fa il servo della parabola, il nostro agire sarà spesso dettato dalla paura e accompagnato dalla rabbia. Dall’immagine di Dio che custodiamo nel cuore, si gioca il nostro “prendere parte alla gioia di Dio” o rimanerne esclusi. Essere gettati fuori da questa gioia non è cattiveria del padrone. Ma è la nostra durezza che ci tiene lontani dalla gioia e dalla gratitudine. Impariamo ad esprimere spesso la lode e il ringraziamento verso il Signore: la preghiera di lode ci aiuterà a scoprire la bontà di Dio e la gioia nelle cose semplici.
Donaci, Signore, di riconoscere la tua bontà, per essere partecipi della tua gioia, già qui nel cammino della vita.
Dalla Regola non bollata [FF 21]
E tutti i frati, ogni volta che si allontaneranno dai comandamenti del Signore e andranno vagando fuori dell’obbedienza, come dice il profeta, sappiano che essi sono maledetti fuori dall’obbedienza, fino a quando rimarranno consapevolmente in tale peccato. Se invece avranno perseverato nei comandamenti del Signore, che hanno promesso di osservare seguendo il santo Vangelo e la loro forma di vita, sappiano che sono nella vera obbedienza, e siano benedetti dal Signore.
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