Dolce rovina
Martedì XXII settimana del Tempo Ordinario
1Ts 5,1-6.9-11 Sal 26 Lc 4,31-37
Suona molto forte ascoltare la domanda “Gesù sei venuto a rovinarci?”… Ma dobbiamo essere vigilanti: l’avversario con la sua astuzia, tenta in molti modi di allontanarci da Dio, confonde il bene con il male, la luce con le tenebre, la verità con la menzogna. Certamente Gesù non rimane con le mani in mano, viene con la sua Parola autorevole per liberarci. Allora benvenuta “rovina”: è una rovina dolce quella che propone Cristo, perché dice efficacemente “taci ed esci” a tutto ciò che in noi non è amore, ai nostri desideri egoistici e gretti. Abbiamo in dono la sua parola che, se le permettiamo di essere autorevole, illumina e libera: l’avversario lascia la nostra casa senza farci alcun male.
Grazie Signore Gesù.
Dai Fioretti [FF 1854]
Stando santo Francesco una volta in orazione nel luogo della Porziuncola, vide per divina revelazione tutto il luogo attorniato e assediato dalli demoni a modo che di grande esercito; ma nessuno di loro potea entrare dentro nel luogo, imperò che questi frati erano di tanta santità, che li demoni non aveano a cui entrare dentro. Ma perseverando così, un dì uno di que’ frati si scandalezzò con un altro, e pensava nel cuor suo come lo potesse accusare e vendicarsi di lui. Per la qual cosa, istando costui in questo mal pensiero, il demonio, avendo l’entrata aperta, entrò nel luogo, e ponsi in sul collo di quello frate. Veggendo ciò lo pietoso e sollecito pastore, lo quale vegghiava sempre sopra le sue greggie, che il lupo si era entrato a divorare la pecorella sua: fece subitamente chiamare a sé quel frate, e comandògli che di presente e’dovesse iscoprire lo veleno dell’odio conceputo contro al prossimo, per lo quale egli era nelle mani del nimico. Di che colui impaurito, che si vedea compreso dal padre santo, sì scoperse ogni veleno e rancore, e riconobbe la colpa sua, e domandonne umilemente la penitenza con misericordia. E fatto ciò, assoluto che fu dal peccato e ricevuto la penitenza, subito dinanzi a santo Francesco il demonio si partì; e ’l frate così liberato delle mani della bestia crudele, per la bontà del buono pastore, sì ringraziò Iddio, e ritornando corretto e ammaestrato alla gregge del santo pastore, esso vivette poi in grande santità.
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