Desiderio di perfezione
Lunedì XX Settimana del Tempo Ordinario
Gdc 2,11-19 Sal 105 Mt 19,16-22
Colpisce che l’uomo del vangelo, pur facendo tutto quello che di buono prescriveva la Legge, chiede a Gesù “che altro mi manca?”. Sente dentro di sé un vuoto, una mancanza di pienezza, un desiderio di perfezione. Gesù lo coglie, e come sappiamo dagli altri vangeli, rimane positivamente stupito e ammirato. Ma c’è solo una strada per “entrare nella vita”, per “essere perfetti”, per essere felici: rinnegare se stessi, prendere la propria croce ogni giorno e SeguirLo (Lc 9,23). Per questo, se ci concentriamo su “cosa devo fare”, pur facendo cose buone, rischiamo di perderci la felicità, la pienezza. Il segreto è desistere dalle nostre pratiche e dalla nostra condotta ostinata per metterci in ascolto della volontà di Dio. Solo così potremo conoscere il Signore, l’unico che può dare compimento al nostro desiderio di vita eternamente felice.
Liberaci, o Signore, dalla presunzione di poterci dare da soli la pienezza del cuore.
Dalla Regola non bollata [FF 49]
E restituiamo al Signore Dio altissimo e sommo tutti i beni e riconosciamo che tutti i beni sono suoi e di tutti rendiamo grazie a lui, dal quale procede ogni bene. E lo stesso altissimo e sommo, solo vero Dio abbia, e gli siano resi ed egli stesso riceva tutti gli onori e la riverenza, tutte le lodi e le benedizioni, ogni rendimento di grazia e ogni gloria, poiché suo è ogni bene ed egli solo è buono.
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