Attenti alla polvere!
Giovedì XIV Settimana del Tempo Ordinario
Gen 44,18-21.23-29; 45,1-5 Sal 104 Mt 10,7-15
Per annunciare il regno e prendersi cura degli uomini, Dio sceglie di servirsi anche della nostra debolezza e vuole contare su di noi. Tuttavia, è molto schietto sulle esigenze di questo annuncio, che dev’essere accompagnato da uno stile generoso, gratuito, libero. Non sono infatti le nostre qualità o competenze a rendere efficace l’annuncio, ma la grazia di Dio, mistero insondabile che tutto dispone secondo i suoi progetti di bene.
Il Signore mette in guardia i suoi, invitandoli a non abbattersi davanti ai fallimenti. Lo scuotere la polvere dai propri piedi, non ci suoni come un gesto di sconfitta o, peggio, di disprezzo e indifferenza. Piuttosto vuol dire che nulla deve intralciare il passo del discepolo, neanche il dispiacere del rifiuto. A volte l’eccessiva preoccupazione del risultato, le attese di un riconoscimento, appesantiscono il cuore, rallentano il passo rendendolo lento e stanco. Per essere discepoli autentici e gioiosi, fidiamoci noi per primi di Dio, sapendo che vuole per noi la vita, piena e felice. Trasmetteremo anche agli altri questa certezza. Come fa Giuseppe che dice ai fratelli: “Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita”.
Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio». (Is 52,7-8)
Dall’Anonimo perugino [FF 1496]
Francesco camminava a piedi nudi, con indosso un abito misero, cinto i fianchi di una vile cintura. […] Anche molti altri lo schernivano e gli rivolgevano parole ingiuriose; quasi tutti lo ritenevano impazzito. Lui però non se ne curava e nemmeno rispondeva loro, attendendo con la massima sollecitudine a mettere in opera quello che Dio gli indicava. Non camminava appoggiandosi a ragionamenti di umana sapienza, ma nella manifestazione e nella forza dello Spirito.
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