DOMENICA 13 GIUGNO 2021 S. ANTONIO DI PADOVA
Dal Vangelo
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola
possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Commento biblico
In queste due parabole Gesù parla alla folla e fa riflettere sul fatto che tutti noi siamo semi del Regno di Dio. Abbiamo il potenziale per diventare grandissimi alberi spirituali, eppure possiamo non germogliare. Ed è qui che sta il segreto: se noi, come semi, non ci lasciamo cadere nella terra dell’Amore, nutrire dai minerali della Sapienza, illuminare dal sole della Giustizia e idratare dall’acqua dell’Umiltà, non riusciremo mai a portare frutti. Se non ci lasciamo custodire da Dio non possiamo produrre niente, non siamo bravi a compiere azioni buone, poiché queste vengono dalla misericordiosa intercessione del Signore. Da soli siamo soltanto semi, ma con Dio siamo belli e sbalorditivi alberi fruttuosi! Questa riflessione mi fa ricordare la Divina Commedia di Dante, il quale fa dire a Ulisse: «Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza» (Inferno, DC, 1304/21).
Commento francescano
Chi ci aiuta nella riflessione francescana di oggi è sant’Antonio che paragona un buon albero alla nostra vita spirituale: «L’albero buono simboleggia la buona volontà, alla quale, per durare ed essere buona, sono necessarie cinque cose: la radice dell’umiltà, il tronco dell’obbedienza, i rami della carità, le foglie della santa predicazione e i frutti, cioè la dolcezza della celeste contemplazione».
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