Cuore trafitto
Venerdì X Settimana del Tempo Ordinario
Os 11,1.3-4.8-9 Is 12,2-6 Ef 3,8-12.14-19 Gv 19,31-37
Sacratissimo cuore di Gesù, solennità
Il nostro Dio è un Dio gentile, che ci attrae a Lui “con legami di bontà”. Questo è il cuore del Signore, un cuore compassionevole, buono. È il cuore di Gesù che ancor prima di essere trafitto dalla lancia, si era lasciato colpire da tutte le situazioni incontrate lungo la strada verso la volontà del Padre. Ora, nella sua Pasqua, tutto si compie. Gesù già morto viene trafitto dai soldati per verificarne la morte avvenuta e san Giovanni da’ importanza a questo momento per due motivi: per lasciar cadere le dicerie sulla falsa morte del Signore e soprattutto per dare testimonianza perché è stato sotto la croce. Questa di Giovanni, infatti, è una solenne testimonianza dell’amore totale ed eterno del Signore, del suo cuore reso visibile dalla ferita da cui è scaturita la vita, sangue ed acqua. Anche noi siamo invitati a contemplare questo cuore trafitto con fede viva e amore e testimoniare che “in te è la sorgente della vita ” (Sal 35,10)
“O eterno e inaccessibile, splendido e dolce fluire di fonte nascosta agli occhi di tutti i mortali! La tua profondità è senza fine, la tua altezza senza termine, la tua ampiezza è infinita, la tua purezza imperturbabile!” (Dalle «Opere» di san Bonaventura).
Dalla Leggenda dei tre compagni [FF 1482]
Aveva amato Gesù con tutto il cuore, tenendo costantemente nel pensiero il suo ricordo, sempre lodandolo con la parola e glorificandolo con le sue opere fruttuose. Amò Dio con tanto ardore e profondità, che al solo udirlo nominare, come si sentisse liquefare il cuore, effondeva il suo animo commosso, dicendo: “Cielo e terra dovrebbero chinarsi al nome del Signore!”.
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