Non lo sappiamo
Sabato VIII Settimana del Tempo Ordinario
Sir 51,17-27 Sal 18 Mc 11,27-33
La Sapienza è la conoscenza della volontà di Dio, è l’accoglienza della Sua presenza in noi. Il brano del Siracide ci insegna che “ogni sapienza viene dal Signore” (1,1), e abbiamo ascoltato che essa va ricercata assiduamente, nella preghiera, ogni giorno, mettendosi in cammino, seguendo ciò che di essa si intuisce di volta in volta, piegandosi all’ascolto e facendole spazio dentro di noi, mettendo in pratica ciò che man mano se ci fa comprendere, con zelo, allenandosi a mettere in pratica il bene. L’uomo sapiente non è dunque, come ci verrebbe da pensare, chi sa tutto, chi non sbaglia mai, chi non ha bisogno di niente e di nessuno. Il sapiente è l’uomo di preghiera, che sa che ogni bene viene dal Signore, e con umiltà e fortezza ogni giorno chiede la Sua grazia, accoglie le Sua presenza e pratica la sua Parola. Ecco perché i superbi dicono «non lo sappiamo» mentre ai piccoli sono rivelati i misteri del Regno di Dio.
La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è stabile, rende saggio il semplice
Dalle Ammonizioni [FF 154]
E tutte le creature, che sono sotto il cielo, per parte loro servono, conoscono e obbediscono al loro Creatore meglio di te. anche se tu fossi più bello e più ricco di tutti, e se tu operassi cose mirabili, come scacciare i demoni, tutte queste cose ti sono di ostacolo e nulla ti appartiene, e in esse non ti puoi gloriare per niente; ma in questo possiamo gloriarci, nelle nostre infermità e nel portare sulle spalle ogni giorno la santa croce del Signore nostro Gesù Cristo.
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