Più del sacrificio
Venerdì III Settimana del Tempo di Quaresima
Os 14,2-10 Sal 104 Mt 21,33-43
Uno scriba, che ha appena ascoltato la discussione di Gesù con i sadducei a proposito della resurrezione dei morti e ha apprezzato la sua sapienza, si avvicina a lui per chiedergli: “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. Questa domanda nasce da un’esigenza assai diffusa nell’ambiente religioso del tempo di Gesù: operare una sintesi dei precetti di Dio presenti nella Torah così da giungere all’essenziale. Lo scriba attira le simpatie di Gesù che gli conferma di non essere troppo lontano dal Regno dei cieli. Ma cosa ha detto di giusto lo scriba? Ha confermato le parole di Gesù sostenendo la priorità del comandamento dell’Amore. Gesù gli fa percorrere un cammino che, dall’ascolto, conduce all’amore per Dio e per il prossimo. Lo scriba segue profondamente l’insegnamento di Gesù passo dopo passo, e riesce a fare la sintesi: amare Dio e il prossimo più di sé stessi è un amore che vale più di tutti i sacrifici. Infatti l’amore non è fare sacrifici, ma farsi sacrificio, non è tanto donare, ma donarsi, come ha fatto Gesù.
Signore, donaci di saper rinunciare a noi stessi per Amore.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1135]
E la ragione principale per cui venerava i ministri della parola di Dio era questa: che essi fanno rivivere la discendenza del loro fratello morto, cioè fanno rivivere il figlio di Cristo, che è stato crocifisso per i peccatori, quando li convertono, facendosi loro guida con pia sollecitudine e con sollecita pietà. Affermava che questo ufficio della pietà è più gradito di ogni sacrificio al Padre delle misericordie, soprattutto se viene adempiuto con zelo dettato da carità perfetta, per cui ci si affatica in esso più con l’esempio che con la parola, più con le lacrime della preghiera che con la loquacità dei discorsi.
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