Guarigione sovrana
Martedì IV Settimana di Quaresima
Ez 47,1-9.12 Sal 45 Gv 5,1-16
Nel vangelo di Giovanni, se c’è una festa, c’è anche una manifestazione di Gesù. Il Vangelo ci racconta l’incontro tra Gesù ed un paralitico incurabile, malato da 38 anni, cioè da sempre. È ormai “abbandonato” alla sua malattia, incapace di aiutarsi da sé. Cosa fa Gesù? Gli va incontro amorevolmente, gli fa riconoscere la sua situazione di impotenza, gliela fa confessare e poi, sovranamente, lo guarisce. “Chi non era capace neppure di portare se stesso, adesso porta il suo letto: Gesù gli dà molto di più di quello che pensava; egli non porta solo se stesso, ma anche il suo letto: è dunque un uomo che può vivere, lavorare, operare pienamente” (C. M. Martini). Manca ancora qualcosa però. Non conosce Gesù e, quindi, neppure il suo peccato che Gesù gli manifesterà all’incontro successivo al tempio.
Tutto ciò che fa Gesù con noi è un graduale risanamento che vuole arrivare fino in fondo. Vuole guarirci interamente, risana tutto. Oggi possiamo contemplare Gesù che ci viene incontro e cerca di smuoverci “da dentro”, a partire dalla nostra situazione concreta di oggi.
O Dio, tu sei per noi rifugio e fortezza, aiuto infallibile. Donaci di accoglierti.
Dal Testamento [FF 110]
Il Signore dette a me, frate Francesco, d’incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo.
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