Dio aiuta
Giovedì II Settimana di Quaresima
Ger 17,5-10 Sal 1 Lc 16,19-31
«Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Il Vangelo di oggi ci ricorda proprio questo annuncio di Gesù assieme al fatto che nella sua provvidenza ci dona dei “richiami viventi” per ricordarci di Dio.
Il ricco di cui parla il Vangelo non ha accolto questo richiamo, questo aiuto di Dio. Con l’arrivo di sorella morte il povero Lazzaro è portato dagli angeli in cielo presso Abramo, il ricco invece precipita tra i tormenti. Solo adesso riconosce Lazzaro e chiede il suo aiuto, prima per sé e poi per ammonire i suoi.
Dio non è mai chiamato direttamente in causa, ma la parabola mette chiaramente in guardia: Dio aiuta, manda segni, ma se tu non ascolti e non accogli, ti troverai nei tormenti. “La misericordia di Dio verso di noi è legata alla nostra misericordia verso il prossimo; quando manca questa, anche quella non trova spazio nel nostro cuore chiuso, non può entrare. Se io non spalanco la porta del mio cuore al povero, quella porta rimane chiusa. Anche per Dio” (papa Francesco).
Donaci, o Padre, di accogliere l’aiuto che viene dai poveri per rientrare in noi stessi in comunione con Te.
Dalla Vita Seconda di Tommaso da Celano [FF 1959]
Fu liberato dalla prigione poco tempo dopo e divenne più compassionevole con i bisognosi. Propose anzi di non respingere nessun povero, chiunque fosse e gli chiedesse per amor di Dio. Un giorno incontrò un cavaliere povero e quasi nudo: mosso a compassione, gli cedette generosamente, per amor di Cristo, le proprie vesti ben curate, che indossava.
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