Chi sono io per te?
Lunedì I Settimana di Quaresima
1Pt 5,1-4 Sal 22 Mt 16,13-19
Cattedra di San Pietro Apostolo, festa
Non sono stati né la carne né il sangue, né il vedere né il toccare a suggerire la risposta a Pietro. Ciò che ha permesso all’umile pescatore di riconoscere Gesù è stata l’apertura del cuore alla voce del Padre. Questo significa che è possibile anche per noi conoscere Gesù nella verità, se apriamo il cuore allo Spirito Santo. Ma perché è così importante rispondere a questa domanda? Perché è nella relazione autentica con il Signore che scopriamo anche chi siamo noi, qual è il senso profondo e bello della nostra vita. Ce lo insegna la storia di Simone, che si scopre Pietro, la “roccia” sulla quale il Signore ha scelto di costruire la Sua Chiesa. E – anche questo – non per merito suo, in virtù della carne o del sangue. Simon Pietro, infatti, era come tutti un peccatore, aveva frainteso tante volte le parole del Maestro, sappiamo che alla fine arriverà a rinnegarlo,…eppure, proprio nella sua umanità ci ha testimoniato che è “la potenza di Dio che dona tutto quello che è necessario per una vita vissuta santamente, grazie alla conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua potenza e gloria” (2Pt 1,3).
Il Signore è il mio pastore, mi guida per il giusto cammino
Dal Testamento di Santa Chiara [FF 2823-2824]
Tra gli altri doni, che ricevemmo e ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle misericordie, per i quali dobbiamo maggiormente rendere grazie allo stesso glorioso Padre, c’è la nostra vocazione: e quanto più è grande e perfetta, tanto più a lui siamo obbligate. Perciò l’Apostolo dice: «Conosci la tua vocazione».
Per noi il Figlio di Dio si è fatto via, che ci mostrò e insegnò con la parola e con l’esempio il beatissimo padre nostro Francesco, di lui vero amante e imitatore.
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