Sgambetto di Dio
Lunedì III Settimana del Tempo Ordinario
At 22,3-16 Sal 116 Mc 16,15-18
Conversione di San Paolo Apostolo, Festa
La conversione nasce dall’incontro con Gesù, che ci svela chi è Lui e chi siamo noi, un incontro che non è senza fatica, che non ci lascia comodi ma che ci rilancia a un bene più grande.
Paolo, che prima era forte, deciso, sicuro di sé, pronto a condurre prigionieri tutti i cristiani che avrebbe trovato a Gerusalemme, riceve uno “sgambetto” da Gesù, e si ritrova a terra, cieco, incapace di muoversi da solo, bisognoso di mani che lo guidino. In quest’incontro scopre che è Dio che guida la storia e lo fa non pretendendo la conversione con ira, ma piuttosto attirandoci a sé con il suo amore che perdona. Grazie a questo “sgambetto”, Paolo scopre che il suo grande zelo per Dio era in realtà un modo per affermare sé stesso. Questo non gli dava pace, ma piuttosto “spirava minacce e stragi”. Ora tutto questo è spazzatura (cf. Fil 3,8-9). Perché ha incontrato lo sguardo di Gesù, che pur perseguitato da lui, lo guarda con amore, ha misericordia di lui e lo rilancia verso la vera gioia: annunciare il Vangelo spogliandosi di sé, mettere l’altro prima, dare piuttosto che ricevere.
Facci cadere, o Signore, dalle nostre sicurezze per convertirci e orientare tutta la nostra vita a Te
Dalla Leggenda dei Tre compagni [FF 1407]
Mentre un giorno stava pregando fervidamente il Signore, gli fu risposto: «Francesco, se vuoi conoscere la mia volontà, devi disprezzare e odiare tutto quello che amavi mondanamente e desideravi possedere. Quando avrai cominciato a fare così, ti parrà insopportabile e amaro quanto per l’innanzi ti era attraente e dolce; e dalle cose che una volta aborrivi, attingerai grande dolcezza e immensa soavità».
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