Semina e meravigliati
Venerdì III Settimana del Tempo Ordinario
Eb 10,32-39 Sal 36 Mc 4,26-34
Il Regno di Dio è definito come piccola realtà che ha in sé una potenza misteriosa, silenziosa, irresistibile ed efficace. Nel Regno di Dio la persona ha il grande compito di seminare, di mettere nel terreno tutta la potenzialità che poi il Signore farà crescere. Siamo chiamati a gettare nel terreno quello che rimane dal raccolto precedente, ciò che rimane del frutto ormai morto. Grande responsabilità e grande insegnamento, perché questo seme è chiamato a dare la vita. Spesso non ci è dato di vedere come il seme cresce, ma di vedere il frutto della crescita, della maturazione. Ci viene chiesto un atto di umiltà, ci viene chiesto di morire a noi stessi perché seminando diamo vita, ma anche la riceviamo! Così sarà lo stupore a coglierci, stupore che deve spingerci a continuare la semina e a verificare come abbiamo seminato. Gesù, con le sue parole, desidera allargare il nostro cuore per poterci meravigliare quando vediamo i frutti, ma anche per poterci fidare nel sapere che il Regno cresce anche quando noi non ce ne accorgiamo, avendo fiducia nel seme e nella sua forza. Ci viene chiesto sollecitudine e attesa perché la il Regno è rifugio sicuro che nutre e accoglie!
Donaci Signore di essere credenti significativi, capaci di credere con umiltà alla Tua potenza
Dalla Leggenda Maggiore di San Bonaventura [FF 1058]
Sempre nello stesso periodo, entrò nella religione un’altra persona dabbene e così i figli benedetti dell’uomo di Dio raggiunsero il numero di sette. Allora il pio padre raccolse intorno a sé tutti i figli suoi e parlò a lungo con loro del regno di Dio, del disprezzo del mondo, della necessità di rinnegare la propria volontà e di mortificare il proprio corpo, e svelò la sua intenzione di inviarli nelle quattro parti del mondo.
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