DOMENICA 10 GENNAIO 2021 BATTESIMO DI GESÙ
Dal Vangelo
E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Commento biblico
Questa pagina del Vangelo la vorrei inserire in quella che è la Kenosi di Dio, del figlio di Dio, Gesù. La prima avviene in una grotta tra i pastori, tra gli emarginati e i peccatori del tempo. Oggi il suo battesimo avviene tra una fiumana di uomini insozzati dal pregiudizio, peccatori pubblici, derelitti. Infine, l’altra immagine di Gesù, sul Golgota, insieme ad altri due malfattori. Anche qui nel luogo della vergogna, del ripudio pubblico. Pare che gli atti solenni e le parole preziose vengano proclamate in mezzo agli uomini di poco conto. Tre episodi, tre luoghi – la grotta, il Giordano e il Golgota – per dirci: vi amo, vi salvo, vi perdono. Credo che questi tre verbi possano rendere questa domenica del battesimo di Gesù feconda per il nostro cammino. Nel battesimo di Gesù c’è ciascuno di noi, vi è il significato profondo del nostro sperimentare un Dio che rivela la sua paternità dicendoci: “tu sei prezioso. Ecco perché mi faccio uomo per amarti, fino alla fine. Mi faccio uomo per dirti che, in ogni caduta, ci sono io che ti rialzo e ti salvo”; ci dice che in ogni momento sentiremo scendere su di noi il perdono di Dio. L’atteggiamento di Gesù, che si immerge nel Giordano, ci aiuta a non avere vergogna nel riconoscere la nostra indegnità. Solo allora non ci sentiremo peggiori, ma migliori.
Commento francescano
Il Vangelo di oggi ci porta in un luogo particolare, ovvero dov’è stato battezzato Francesco e non solo lui, ma anche santa Chiara e san Gabriele. Il battistero è oggi custodito nel duomo di San Rufino ad Assisi. Noi non possiamo che vivere simbolicamente questo pellegrinaggio e rinnovare le nostre promesse battesimali: “Credo in te Padre… rinuncio a satana e alle sue seduzioni”. L’assisiate fu battezzato con il nome di Francesco e non possiamo non ricordare come si è arrivati alla scelta di questo nome che rappresenta la scommessa di Dio sul piccolo “Cesco”. Dalla Leggenda dei tre Compagni veniamo a sapere che Francesco, nato mentre il padre mercante di stoffe si trovava in Francia, era stato chiamato dalla madre Giovanni; nel frattempo Pietro di Bernardone, tornato a casa, aveva cominciato a chiamare suo figlio Francesco, come per dire “il francese”.
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