C’è desiderio e desiderio
Martedì XXXIII Settimana del Tempo Ordinario
Ap 3,1-6.14-22 Sal 14 Lc 19,1-10
Santa Elisabetta d’Ungheria, memoria
“Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21): non è la Parola di oggi, ma ci aiuta a leggerla. Zaccheo ha amato il denaro e non ha avuto scrupoli nel rubarne agli altri: era il suo tesoro, al quale ha legato il cuore, compiendo azioni concrete, ingiuste, verso quel fine. Quando desideriamo qualcosa che non è la vera gioia e quando ci accontentiamo, il risultato è sempre il peccato, la veste è macchiata.
Vediamo, però, che si era confuso Zaccheo, credeva di desiderare potenza e ricchezza, ma diceva una bugia a sé stesso. Il suo cuore non era nel bene e, grazie a Dio – bisogna dirlo davvero – era inquieto. È la persona di Gesù che fa sentire la nostalgia del bene; stando con lui l’uomo peccatore comprende il suo vero valore e cammina con la “veste bianca”. Così Zaccheo, che amava la ricchezza, ha scoperto un altro desiderio: voleva vedere Gesù. E scoprirà che si pensava avido ma, in realtà, è generosissimo. Questo è il suo vero cuore e la carità il suo vero tesoro. E, con le sue azioni, diventa un maestro del desiderio e della gioia anche per noi: cercate il Signore sapendo che ci sono degli ostacoli, interni ed esterni; superateli con creatività, le cose “strane” che lo Spirito suggerisce sono degli “oggi” di risurrezione; state tanto con Gesù che tirerà fuori dal cuore tutto il bene inimmaginabile; vivete la carità che fa sempre ritrovare la propria identità; guardate a chi sbaglia mostrandogli il suo valore.
La gioia è questione di desiderio. Lasciamo che Dio liberi il cuore ristretto dalle nostre piccolezze.
Dalle Ammonizioni [FF 165]
Beati i puri di cuore, poiché essi vedranno Dio (Mt 5,8). Veramente puri di cuore sono coloro che disdegnano le cose terrene e cercano le cose celesti, e non cessano mai di adorare e vedere il Signore Dio, vivo e vero, con cuore ed animo puro.
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