Decisione d’amore
Venerdì XVIII Settimana del Tempo Ordinario
Na 2,1.3;3,1-3.6-7 Dt 32,35-41 Mt 16,24-28
Per la prima volta Gesù parla della croce ai suoi. Pietro rifiuta questa verità, ma il Signore allarga a tutti lo stesso invito: “Se qualcuno vuole venire dietro a me” … e ne detta le condizioni.
La prima è l’invito a rinnegare sé stessi che non coincide con il mortificarsi o non usare i propri talenti, ma con il rinunciare ad essere al centro. È una rinuncia intesa come liberazione da sé stessi per mettersi a disposizione del Regno di Dio.
La seconda condizione è prendere la croce che non è un’esortazione alla rassegnazione: soffri con pazienza, accetta, sopporta le inevitabili croci della vita. La croce nel Vangelo indica la follia d’amore fino a morirne. Per questo Gesù non ci dice di sopporta, ma di prendere. È il discepolo che la prende attivamente. Ed è come se il Signore ci dicesse: “se qualcuno vuole venire con me, prenda su di sé il giogo dell’amore, tutto l’amore di cui è capace, e mi segua”.
E c’è un dono grande che ci attende, trovare la vita.
Signore Gesù, donaci d’imparare sempre più la Legge dell’Amore.
Dalla Leggenda dei Tre Compagni [FF 1454]
Erano felici nel Signore, sempre, non avendo dentro di sé o tra di loro nulla che potesse in qualche modo contristarli. Quanto più erano separati dal mondo, tanto più si tenevano avvinti a Dio. Avanzavano sulla via della croce e sui sentieri della giustizia, toglievano dal cammino stretto della penitenza e dell’osservanza evangelica ogni ostacolo, onde lasciare a quelli che li avrebbero seguiti una strada spianata e sicura.
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