Poter tornare a casa
Giovedì XIII Settimana del Tempo Ordinario
2Re 25,1-12 Sal 136 Mt 8,1-4
Gesù è a Cafarnao, nella sua città, potremmo dire a casa, il luogo dove aveva posto il centro del suo ministero. Ed ecco che un uomo paralitico gli viene portato da alcune persone che hanno la bontà di compiere un gesto di misericordia. Sono uomini solidali e gratuiti, dei quali Gesù coglie subito la fede.
“Coraggio figlio, ti sono perdonati i peccati”. Gesù trasmette all’uomo forza e tenerezza. Gli trasmette forza perché lo guarisce dal male del peccato: la forza d’animo lo aiuterà a non ricadere nella colpa. Gli trasmette tenerezza, lo chiama “figlio”. Generato dal Padre, è liberato dai suoi peccati e sostenuto dalla Grazia. Prima era immobile e separato dalle relazioni, dalla vita, dal Bene. Ora che Gesù lo ha rimesso in piedi, è libero dal peccato e può camminare. Può tornare a casa da solo, può far parte pienamente della sua famiglia come uomo nuovo.
Grazie Signore Gesù perché, ogni volta che riceviamo il perdono, torniamo a casa dove il Padre ci attende, per dirci che siamo Figli della luce.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1057]
Un giorno, mentre, ritirato in luogo solitario, piangeva ripensando con amarezza al suo passato, si sentì pervaso dalla gioia dello Spirito Santo, da cui ebbe l’assicurazione che gli erano stati pienamente rimessi tutti i peccati.
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